Le risposte ai Vostri quesiti più frequenti...

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Il piantone è un dispositivo di ancoraggio al suolo universale che sostituisce le basi in cemento nell'installazione di apparati elettrici ed elettronici nelle aree esterne non pavimentate, è disponibile in due versioni (PL e PT) e in più dimensioni ed è dotato di elementi ripiegabili per l'incremento della trattenuta al suolo e della stabilità, può essere infisso nel terreno tramite l’impiego del battipalo manuale e una comune mazza da circa 5 kg, oppure tramite un martello elettrico e il corrispondente battipalo (SDS MAX, HEX19, etc).
Nei sistemi a regolazione orbitale (vedi voce specifica), il supporto viene fissato sulla sommità del piantone (PL o PT) e funge da elemento di raccordo con l’oggetto da fissare al suolo, i supporti a regolazione orbitale vengono normalmente interrati risultando quindi totalmente invisibili (con la sola eccezione dei supporti per proiettori di luce), sono disponibili in disparate forme adattabili a qualunque impiego.
La regolazione orbitale è un sistema di taratura brevettato che si basa sull'accoppiamento di due elementi (piantone PL/PT e supporto a regolazione orbitale) dotati rispettivamente di una sede semisferica incassata e una protuberanza semisferica coincidente, le due parti vengono accoppiate mediante una vite di generose dimensioni ed opportuni accessori, dando luogo ad un sistema di compensazione di eventuali inclinazioni assunte dal piantone durante la posa, fino ad un massimo di 10° rispetto la verticale. Questa taratura rende possibile un rapido e perfetto posizionamento dell'apparato da ancorare al suolo, sia verticalmente sia tramite l'orientamento a 360°, quest'ultima opzione è particolarmente utile nella regolazione del fascio di luce dei proiettori fissati al suolo e può essere modificata ripetutamente.
I piantoni PL e PT sono provvisti di una sede semisferica di accoppiamento ai supporti a regolazione orbitale, il battipalo è un dispositivo atto ad evitare il danneggiamento di questa parte del piantone durante l'infissione al suolo, la quale normalmente si esegue con l'ausilio di una mazza da 5/6 Kg. Il battipalo funge inoltre da segnalatore della profondità raggiunta dal piantone affinché i supporti a regolazione orbitale sovrapposti a quest'ultimo risultino correttamente posizionati a filo del suolo. Il battipalo non è un utensile a perdere e può essere riutilizzato continuativamente.
E' un ancoraggio a terra elementare (Basic EL senza regolazione orbitale) composto da una sezione da infiggere al suolo e da un profilo o una piastra superiore per l’accoppiamento con piccole apparecchiature, non va abbinato a nessun altro elemento (ad eccezione della bulloneria se non fornita di serie) e non necessita di battipalo per la posa, la sezione da interrare è provvista di speciali alette apribili che al bisogno incrementano la trattenuta al suolo e la stabilità.
Il piantone flangiato è un dispositivo di ancoraggio al suolo provvisto di serie di una flangia superiore predisposta per il fissaggio di pali PF o altre tipologie di pali e strutture in generale, è dotato di particolari elementi ripiegabili per l'incremento della trattenuta al suolo, può essere infisso nel terreno tramite l’impiego del battipalo manuale e una comune mazza da circa 5 kg, oppure tramite un martello elettrico e corrispondente battipalo (SDS MAX, HEX19, etc), in alternativa può essere omesso l'impiego del battipalo interponendo tra il piantone flangiato e la mazza un ceppo in legno di spessore adeguato ad evitare deformazioni della parte superiore e danni alla zincatura.
Il micropalo è un elemento di fondazione ed ancoraggio al suolo disponibile due versioni (ad innesto tubolare o flangiato) e in più dimensioni, a differenza dei piantoni date le dimensioni e le notevoli prestazioni generali, necessita di attrezzature più pesanti per la posa, normalmente mini escavatori o escavatori dotati di martello pneumatico al quale viene applicato lo speciale battipalo conico, viene impiegato normalmente in sostituzione del plinto in cemento come supporto per pali di illuminazione e videosorveglianza o come fondazione su strutture per impianti fotovoltaici a terra, pensiline, piattaforme etc..
E' un dispositivo accoppiabile al martello oleodinamico degli escavatori idoneo alla posa dei micropali PR, è realizzato in maniera da non danneggiare minimamente l’utensile (punta o scalpello) del martello oleodinamico, al termine delle operazioni di posa può essere rimosso dall’utensile e riutilizzato in seguito.
Il coefficiente di sicurezza k indica il rapporto fra due grandezze fisiche concettualmente differenti, ma misurabili con gli stessi parametri (essendo il coefficiente un numero puro, adimensionato).
Nel caso semplicistico di una mensola da parete, il rapporto matematico che definisce il coefficiente di sicurezza k è il seguente:
Numeratore 200 Kg = massima portata (calcolata o misurata) che la mensola è in grado di sopportare senza cedimenti
Denominatore 100 Kg = massimo carico applicabile dichiarato dal costruttore (“carico di targa”)
200 Kg / 100 Kg = 2
dove 2 è il valore del coefficiente di sicurezza k in questo caso specifico.
Un coefficiente di sicurezza elevato (ad esempio oltre 1,5) indica un maggior grado di sicurezza ma in genere comporta maggiori costi e maggiori cautele nella realizzazione, le Normative impediscono che succeda il contrario e che esageri quindi nel risparmio a discapito della sicurezza. L'obiettivo a cui un progettista deve mirare è un dosato e sapiente utilizzo dei coefficienti di sicurezza, a seconda del problema affrontato.

Per i carichi provocati da fenomeni naturali come vento o neve, è impossibile definire un “carico di targa” che costituisca un limite certo del valore massimo, essi possono essere definiti solo attraverso un’analisi statistica nel tempo, in pratica il valore di questi carichi è determinato dalla conoscenza di ciò che finora è avvenuto ed è stato misurato, non essendoci tuttavia elementi certi che possano garantire l’improbabilità di un nuovo superamento di tali valori, le Normative prevedono un margine di ragionevole sovraccarico che un sostegno deve poter sopportare senza che vengano meno le condizioni di sicurezza, un coefficiente di sicurezza k=2 ad esempio determina che fino a due volte il valore di targa del supporto non si debbano registrare cedimenti.
Assolutamente no! Qualunque sia il valore di k il carico massimo da considerare applicabile è quello dichiarato dal costruttore al netto del coefficiente di sicurezza, ovvero il “carico di targa”.